Dicono che non bisognerebbe mai giudicare un libro dalla sua copertina.
Figurarsi una persona.
Ma spesso quando si incontra qualcuno per la prima volta, viene normale basarsi sull’istinto.
E quindi su dei pregiudizi.
Ignorando come dietro alla “copertina” di una persona, ci sia sempre una storia personale.
«Come possiamo capirci, se non abbiamo l’opportunità di parlarci?»
Con questa domanda è nata una biblioteca un po’ particolare, la Human Library.
Dove invece che prendere in prestito un libro, “prendi in prestito” una persona che in mezz’ora ti racconta la sua storia personale.
Un progetto nato in Danimarca per combattere i pregiudizi, facendoli raccontare da chi normalmente li subisce.
Per il suo aspetto fisico, per una disabilità, per una dipendenza, per la sua nazionalità o per il suo stile di vita.
All’inizio la biblioteca era un passatempo, ma nel 2013 Ronni Abergel ha cominciato a dedicarcisi a tempo pieno, esportando il modello in più di 80 paesi, tra cui Norvegia, Portogallo, Australia e Italia.
«Di solito nessuno ha tempo di fermarsi a parlare con le persone che non conosce per capire chi siano e per questo si tende a infilarle in certe caselle. In questi incontri si impara moltissimo non solo sulle altre persone, ma anche su di sé»
alla prossima,
Andrea
Fonti: Il Post
dove e come si può partecipare in Italia?
già tra persone "normali" non ce la facciamo a dedicare del tempo per sintonizzarsi con gli altri, che ci sia dunque questa opportunità è fantastico e va diffusa il più possibile