Shaun Martin è un educatore molto attivo nella sua comunità Navajo.
E' anche il direttore di gara della Canyon de Chelly Ultra. L’unica ultramaratona gestita dai Navajo, tra le rocce rosse dell'Arizona.
Shaun porta avanti la tradizione tramandata dal padre.
«Secondo la filosofia Navajo, corriamo per celebrare la vita, pregare e imparare» racconta nel suo documentario Run to the East.
«Da bambini ci viene insegnato a svegliarci e a correre, per andare verso est dove il Santo Creatore è già sveglio, per assistere alla nascita di un nuovo giorno. Quando cresciamo, scopriamo gli strumenti che la corsa può offrire e li utilizziamo per avere più successo in qualsiasi cosa facciamo».
Anche nelle difficoltà.
«Con la corsa attraversiamo battaglie e dispiaceri, e impariamo a utilizzare tutto questo per diventare persone migliori. Celebriamo infatti anche le cose negative della vita perché sono quelle che ci fanno adattare, che ci fortificano e che ci fanno crescere e imparare».
alla prossima,
Andrea
Fonti: Outside, Trail Runner Magazine
Navajo, Hopi e Raràmuri hanno una cultura della corsa che rasenta la religione. Una delle usanze che trovo più affascinante, oltre a quella di correre verso Est, è quella di farlo tenendo dell’acqua in bocca. Alcune teorie vedono in quest’usanza un metodo per insegnare ai più piccoli a correre respirando con il naso, altre invece un modo per portarsi una riserva idrica mentre corrono nel deserto...
La meraviglia di abbracciare culture differenti dalla nostra.