Dietro le difficoltà di oggi, possono nascondersi le vittorie di domani.
Wilma Rudolph, soprannominata la "Gazzella Nera", fu la protagonista indiscussa dei Giochi Olimpici di Roma del 1960. La prima donna nella storia americana a conquistare tre medaglie d’oro in un’unica Olimpiade.
In pista correva con esplosività ed eleganza. Sembrava nata per correre, agli occhi di chi non conosceva la sua storia personale.
Ventesima figlia di una povera famiglia afroamericana del Tennessee, nata prematura e colpita da numerosi problemi di salute, che avevano messo a rischio la sua vita. Non ultimo, a cinque anni aveva contratto la poliomielite.
«Il medico disse a mia madre che non avrei più camminato. Ma mia madre non ci volle credere e mi disse che sarei guarita. Finii per credere a mia madre»
Per anni, la madre e i fratelli, la accompagnarono in autobus all’unico ospedale disponibile a curare una ragazza di colore. A casa, a turno l’aiutavano con le cure riabilitative.
Anni difficili, tra tutori in acciaio e scarpe ortopediche. Ma la corsa e il destino ripagheranno tutti i suoi sacrifici.
Tre medaglie d’oro a vent’anni.
Dopo il suo ritiro nel 1963 Wilma si dedicò all’insegnamento e alla Wilma Rudolph Foundation, che continua ancora oggi ad aiutare i bambini a superare gli ostacoli della vita.
«Credetemi, la ricompensa non è così grande se non si è lottato duramente» resta il suo messaggio.
alla prossima,
Andrea
🎙️ Newsletter ispirata dall’ascolto di questa straordinaria puntata di Stripes, il podcast di Runlovers.
Ebbi pure io la polio ma il cielo volle che di lì a poco Sabin trovó l'antidoto e i miei riuscirono a fermarne la degenerazione prima che facesse troppi danni. Eppure ancor oggi , a più di 50 anni, il mio "punto debole" restan le gambe. Grande e evocativo, il motto di Wilma, che, per quel che vale, condivido anch'io. Grazie Andrea per queste tue perle. Francesco Leonori
Avevo ascoltato la straordinaria storia di Wilma su Stripes... Davvero di ispirazione!