Per diventare campioni servono talento e disciplina.
Certo, ma anche la fortuna di incontrare persone di cuore nel proprio cammino.
Come è successo a Yeman. Un ragazzo che viveva con la sua famiglia in un altipiano a 300 chilometri da Addis Abeba, la capitale dell’Etiopia.
Poi arriva la guerra con l’Eritrea, che come tutti i conflitti porta distruzione e perdite. Di sogni, e di vite umane.
In poco tempo Yeman si trova orfano di entrambi i genitori e finisce in orfanotrofio con tre sorelle, due fratelli e tre cugini.
Ci resta per alcuni anni, fino a quando nel suo cammino incrocia due persone speciali.
Roberto e Luisa Crippa.
Due milanesi partiti dall’Italia per adottare 3 fratelli rimasti orfani. Ma una volta atterrati in suolo africano scoprono che i fratelli sono invece 6, oltre a 3 cugini. Uniti da un legame fortissimo, come racconta Yeman.
«L’orfanotrofio non era un bel posto dove vivere. Tutti i bambini non vedevano l’ora che degli uomini bianchi venissero a prenderli e portarli via. In un luogo più bello, con delle prospettive. Nessuno, tra noi cugini, parlava della possibilità che ci dividessero. Entrambe le cose non ci piacevano: né restare lì, né l’idea di finire in famiglie diverse. Quando sei costretto a scegliere tra due veleni è meglio non scegliere per niente, tanto saranno gli altri a farlo per te. Sai per certo che qualcosa ti farà stare male, ma almeno ti risparmi il senso di colpa».
Ma i coniugi Crippa sono persone di cuore.
E fanno qualcosa che tutti gli altri giudicherebbero folle: nell’arco di qualche anno li adottano tutti e 8.
Portandoli a vivere sotto un unico tetto in Trentino. Tra quelle montagne inizia la storia sportiva di Yeman Crippa, atleta azzurro che sabato ha vinto la medaglia d’oro nella mezza maratona dei Campionati europei.
Il padre adottivo e la madre sono stati premiati nel 2018 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per lo straordinario esempio di generosità e solidarietà che hanno dato adottandoli.
Il padre dell’atleta, Roberto, dopo il premio ha raccontato come tutti i sacrifici siano stati ripagati.
«In tanti ci dicevano: ma come farete?. Otto figli spaventano, lo so. La casa ce l'avevamo grande. Io all'epoca facevo l'agente di commercio, fornivo i negozi per animali, poi ho iniziato a fare il badante di tre persone con disagio psichico. Ho sempre pensato che la Provvidenza mi avrebbe aiutato. Se sei sobrio, i soldi te li fai bastare, i nostri figli hanno sempre indossato vestiti riciclati, niente robe di marche, nessuno è andato mai a sciare. Solo sulle medicine e sul cibo non abbiamo mai lesinato. L'esempio conta. Oggi lavorano tutti, nessuno vive più in casa, hanno trovato la loro strada, anche se nel frattempo io e Luisa ci siamo separati. Ai miei ragazzi ho dato uno ed è tornato un milione.»
alla prossima,
Andrea
Grazie mille, non conoscevo la storia di questo grande campione... ma ora giudico ancora più campioni queste due splendide persone.
oggi nessun commento, non ci sono parole…