Si può passare alla storia per le vittorie, per le sconfitte, ma anche per le scelte che si fanno.
Questa è la storia di Steve Prefontaine, un ragazzo dell'Oregon, Stati Uniti.
Correvano gli anni Settanta e lui era un giovane estroverso, con il baffo tipico di quell’epoca. Al centro della sua vita c’era la corsa.
Quando i suoi capelli biondi si alzavano al vento forse non si sapeva se avrebbe vinto, ma sicuramente che avrebbe dato tutto.
Non si risparmiava mai, si spingeva sempre al limite. Voleva sfidare a viso aperto i più forti, per migliorarsi.
Forse, dosando gli sforzi, avrebbe portato a casa qualche medaglia in più.
Ma la gente si innamora di chi dà il massimo.
Alle Olimpiadi di Monaco ’72, nella finale dei cinquemila metri, Steve adotta una strategia mai vista prima.
Attacca a metà gara. Tiene un ritmo folle. Ma la benzina finisce sul più bello, a 30 metri dall'arrivo perde anche la terza posizione. Il britannico Stewart lo beffa sul traguardo.
Quarto posto: il piazzamento più doloroso.
Ma con quella gara entra nel cuore del grande pubblico. A soli 21 anni, tutti scommettono in un futuro vincente per lui.
Ma il destino a volte sa essere un pessimo regista. Nel 1975 tornando da una festa con i compagni di squadra, Steve muore in un tragico incidente stradale.
Una stella che non ha fatto in tempo a brillare del tutto. Ma che ha lasciato un segno indelebile nella storia, ispirando generazioni di corridori.
«La maggior parte delle persone corre una gara per vedere chi è il più veloce. Io corro per vedere chi ha più coraggio»
alla prossima!
Andrea
Oggi ci voleva proprio una storia come questa!
Grazie
Stamattina hai scomodato un Mostro Sacro. Grazie Andrea