Scott Galloway è docente di marketing alla New York University, scrittore, podcaster, e per certi versi anche filosofo per aver riportato in auge la curva della felicità.
Teorizzata per la prima volta da Carol Graham e Milena Nikolova del Brookings Institution, propone un’analisi “più empatica” e “meno matematica” della felicità percepita durante le fasi della vita.
Galloway ha provato a raccontare quello che, generalizzando, molte persone potrebbero provare:
«Da 0 a 25 anni la felicità è uscire con gli amici, bere, lo sport. Insomma, è una fascia d’età piuttosto felice. Dai 25 ai 45 anni è il periodo in cui “le cose si fanno serie”: forse hai dei figli, magari un’insicurezza economica, devi capire che strada prendere, qualcuno che ami forse si ammala e poi muore. La vita diventa complicata, e molto velocemente. In generale, potremmo dire che tra i 25 e i 45 anni si vive il periodo meno felice. Può succedere, però, qualcosa di meraviglioso verso la fine dei 40 e l’inizio dei 50: inizi a riconoscere la finitezza della vita, non hai più un tempo “infinito” davanti ma quello che arriva te lo devi godere. Hai una qualche stabilità economica, magari una buona relazione e inizi a capire che la vita è breve. Il gruppo demografico più felice è quello che sulla carta dovrebbe essere il meno felice: gli anziani, le persone che hanno meno salute. La lezione quindi qual’è? È che se un giorno ti svegli e hai 35 anni, due figli, un compagno, un lavoro e poi pensi “qui è dura, non sono felice per niente” renditi conto che fa parte del viaggio e tieni duro, perché la felicità è lì che ti aspetta.»
🧐 Curiosità: può essere un caso che il boom del running, secondo una ricerca di Runlovers del 2019, sia proprio nella fascia di età dai 25 ai 55 anni?
alla prossima,
Andrea
È per quello che dai 25 ai 45 c’è una calo della felicità: la gente si mette a correre…
60.anni tanti che corro ma la costanza in questo sport è iniziata a 50.