Quanto si può desiderare ardentemente raggiungere un obiettivo? Quali difficoltà si dovranno superare per farlo?
Con queste domande in testa, Filippo Canetta, ultrarunner e fondatore del brand italiano Wild Tee, ha deciso di iscriversi alla leggendaria Badwater 135.
Riconosciuta come l’ultramaratona più dura del mondo.
Parte nel punto più basso del continente americano: il Badwater Basin, un lago salato dove è stata registrata la temperatura più alta sulla terra (54°C il 30 luglio 2013).
Un percorso lungo 217 chilometri, che sembra fatto apposta per mettere alla prova i limiti umani.
Perché correrla? Filippo ha provato a chiederselo.
“Non lo so ancora con precisione, forse la voglia di partecipare a una gara storica che esiste da 47 anni e che è stata corsa da pionieri del nostro sport come Scott Jurek e Dean Karnazes, forse la necessità di cimentarmi ancora una volta con qualcosa di nuovo e più grande di me, forse per trovare nuovi stimoli nei miei allenamenti, o forse, semplicemente, per capire quanto ancora sono capace di soffrire.”
Ha documentato il suo viaggio, correndo dove “l’aria è così calda che è irrespirabile, sembra di essere in un grande forno con la porta aperta.”
Il percorso di preparazione, da Febbraio in poi, non è stato quello che sperava.
Quasi per un gioco del destino, dopo la mail di conferma della sua partecipazione, un problema al ginocchio ha reso difficile correre e quasi impossibile seguire l’intenso programma di allenamenti.
Ha provato ad allenarsi al meglio delle sue possibilità.
Poi a Luglio, tra voli in ritardo, disavventure, crisi, sonno, caldo, sacchi di ghiaccio, è riuscito a farcela, arrivando al traguardo della Badwater in 31 ore.
La sua storia ricorda come gran parte del nostro disagio nasca dal voler controllare come andranno le cose. Progetti, allenamenti, risultati.
Ma le cose, andranno come devono andare
Non resta che accettare l’imprevedibile, concentrandosi sulle cose che possiamo fare al meglio.
Nel caso di Filippo: continuare a correre, tanto, senza fermarsi. Ci è riuscito.
alla prossima
Andrea
Oggi mi serviva leggere questa storia. Grazie
non ci resta che essere abili osservatori, imperturbabili e vigili, nel rendere più agevole possibile questo percorso
e comunque grande e mitico Canetta!