Gli esperti ritengono che siamo entrati in una nuova era: quella in cui la qualità degli oggetti fa semplicemente schifo.
Questa è l’introduzione al film di Patagonia, lanciato la scorsa settimana.
Un documentario di 45 minuti che approfondisce le abitudini di consumo delle persone, in maniera a tratti umoristica, a tratti provocatoria.
Partendo da un dato di fatto:
«Compriamo sempre più cose, pensate per essere usate per un tempo terribilmente corto. In particolare i nostri vestiti, che rappresentano il 10% delle emissioni di CO2 e stanno riempiendo le discariche di tutto il mondo».
Come siamo arrivati qui?
Secoli fa, i vestiti servivano per proteggersi dal gelo nella natura.
Poi nelle case hanno iniziato ad esserci piccoli appendiabiti. I vestiti erano due: uno per zappare, e uno per andare a messa.
Poi la svolta con Luigi XIV.
Per aumentare la vendita della seta di Lione, e le entrate francesi, inserisce un limite temporale all’uso dei vestiti.
I tessitori di Lione cambiano pattern ogni stagione, per rendere evidente chi a corte non usasse abiti nuovi.
Aumentano i vestiti. Compaiono armadi per contenerne sempre di nuovi. Per essere al passo con le convenzioni sociali.
Questi sono i semi del consumismo, che troveranno poi espressione nel periodo industriale.
Quando all’inizio del 1900 fioriscono la pubblicità e il marketing, contribuendo a trasformare l’insoddisfazione di molti nel desiderio di comprare qualcosa.
Facendo leva sulle paure e sulle debolezze umane.
Novità, offerte, sconti, diventano la scusa per acquistare subito un prodotto. E ottenere una ricompensa immediata.
Si sviluppa il consumismo.
Le persone possono acquistare abiti a poco prezzo. Prodotti dall’altra parte del mondo, per pochi centesimi. Il “fast fashion”.
Ok, terribile a rifletterci. Come possiamo salvarci?
Questa la ricetta degli autori del documentario:
«Abbiamo una straordinaria capacità di risolvere problemi. E come i nostri antenati anche noi possiamo adattarci e imparare che la felicità non si trova nel carrello di un negozio, ma probabilmente come vediamo in molti studi, nelle relazioni e nell’avere uno scopo. Soprattutto ricordandoci di passare del tempo all’aria aperta apprezzando tutti i doni che ci offre Madre Natura.»
alla prossima,
Andrea
Fonti: Patagonia
Poi da quando ci sono le cineserie il consumo è triplicato e la qualità è peggiorata
Condivido al 100%..