Siamo spiacenti di comunicarti che la tua richiesta di iscrizione è stata accettata
Goodmorning Runlovers #60
«Siamo spiacenti di comunicarti che la tua richiesta di iscrizione è stata accettata»
Questo è il singolare messaggio che ricevono ogni anni i circa 40 "fortunati" iscritti alla Barkley Marathon.
Una tra le gare più estreme del mondo, nel cuore del Tennessee.
Nata nel 1986, è diventata famosa soprattutto dopo il documentario del 2014 "The Barkley Marathons: The Race That Eats Its Youngs", in cui vennero raccontati al pubblico i dettagli top-secret della corsa. Tipo?
La procedura d’iscrizione è complicatissima: bisogna mandare una mail al fondatore, il mitico Lazarus, in un preciso giorno allegando una lettera in cui si motiva la propria volontà di partecipare, assieme a una quota d’iscrizione di 1 dollaro e 60 cent.
Per completarla gli atleti sono chiamati a percorrere cinque giri da 32 chilometri ciascuno con un dislivello di 18.000 metri, entro il tempo massimo di 60 ore. Più o meno come salire e scendere dall’Everest due volte.
Gli smartwatch GPS e i telefoni sono banditi. I partecipanti hanno solo una mappa cartacea. Come dice l’organizzatore, tutto è studiato in modo che i partecipanti falliscano.
In tutti questi anni solo una ventina di persone sono riuscite a terminare la gara entro il tempo limite. Una di queste è la britannica Jasmin Paris.
«Perché ho corso la Barkley? Mi eccitava l’idea di fare qualcosa di probabilmente impossibile, ma non di sicuramente impossibile: qualcosa in cui sussistesse quel sottile barlume di speranza di farcela davvero. Sono proprio queste le occasioni in cui capisci di che pasta sei fatto, in cui capisci qualcosa in più su te stesso. Sono queste le occasioni che ti fanno dire: questa è vita vera, il resto è solo un mantenersi a galla»
alla prossima,
Andrea
forse forse, in 60 ore, un giro potrei farlo
ad ognuno i propri limiti da superare con le medesime conclusioni, e concordo con il TUTTO RESTO E' NOIA!