Ash Bartholomew è un corridore australiano di 61 anni.
Nell’ambiente del trail running è conosciuto come “Lucy’s Dad”.
Il papà di Lucy Bartholomew, atleta professionista del team Salomon.
Da anni il suo sogno è correre la Western States, iconica cento miglia americana.
Nel 2018 ha accompagnato sua figlia, guardandola con orgoglio salire sul podio.
Dopo anni di attesa, finalmente nel 2023 il nome di Ash viene estratto nella lotteria dei partecipanti.
Tocca a lui.
Raggiunge gli States, assieme a Lucy e agli altri due fratelli, Josh e Tom. Erano 8 anni che non si riunivano tutti insieme.
Lo fanno per sostenere il padre in questo sogno un po’ particolare per un sessantenne.
Il filmmaker Dylan Harris ha seguito l’impresa di Ash, girando per conto di Salomon un emozionante docufilm.
L’obiettivo è completare la gara entro le 30 ore.
Superato quel tempo limite l’organizzazione non riconosce i partecipanti come finisher.
La figlia Lucy gli fa da pacer accompagnandolo per 30 miglia.
I fratelli lo supportano nelle aree ristoro.
Tutto sembra procedere per il meglio.
Fino a quando Ash nel buio della notte, con i sentieri illuminati solo dalla sua torcia, sbaglia strada.
Se ne accorge troppo tardi.
Gli tocca risalire la valle e riprendere il percorso.
Lo sconforto psicologico si aggiunge alla grande stanchezza fisica.
Diventa una gara contro il tempo completarla entro le 30 ore.
Gli ultimi chilometri sono durissimi. Ma non vuole ritirarsi.
Quando gli ricapita di poter correre la gara dei suoi sogni?
E poi dai, non può deludere i figli che lo hanno seguito in quell’impresa.
Continua, scortato dagli applausi della folla.
Zoppica per i crampi, è piegato in due dai dolori.
Arriva al traguardo in 30 ore, due minuti, venti secondi.
Non viene riconosciuto come un finalista ufficiale: una grande delusione.
Con il tempo, ragiona su come questa esperienza gli abbia insegnato qualcosa di veramente importante.
Valido nella corsa, ma anche nella vita.
Lo spiega citando un passaggio del libro “Il Viaggio” di James Norbury. Un libro per bambini, ma che parla ai grandi.
Grande Panda e Piccolo Drago, i protagonisti del libro, camminano in lontananza.
«Cos’è più importante: il viaggio o la destinazione?» chiede Grande Panda.
«La compagnia» risponde Piccolo Drago.
alla prossima,
Andrea
bellissima chiosa, mi aspettavo come risposta in modo classico “il viaggio” ed invece mi ha spiazzato, molto bella…
che si arrivi a distruggersi per capire cosa avevamo veramente bisogno, può non avere senso, ma ha senso se era quello di cui avevamo bisogno e solo in quel modo abbiamo trovato la via