La pademia ha cambiato molte abitudini. Molti sono usciti più per prendere una boccata d'aria e muoversi all'esterno delle 4 mura e si sono accorti del piacere di farlo.
PS considero i social mezzi stupidi per farsi ispirare. Sono pochissimi quelli che la vivono e si vede dai loro racconti non sempre fighissimi, non sempre al 110%
Grazie mille, io penso che se non vogliamo che fosse solo passeggera dobbiamo impegnarci di più anche noi a trasmettere quello che è la corsa intesa come stile di vita 😉.
Io penso che la corsa diventi, per chi la pratica, una sorta di dipendenza: soprattutto in queste giornate di caldo eccezionalmente torrido, farsi quasi violenza la mattina presto per poter riuscire a fare corse a temperature ordinarie, significa superare una difficoltà mattiniera che consente poi, dopo i primi metri di sofferenza, di avere un benessere che dura tutta la giornata
forse inconsapevolmente questa terza ondata è quella più vera di tutte le altre, vista dal punto di vista di benessere fisico e quindi penso più duratura, perché quando si cercavano i best time(per fare 21k sotto 1:40 ci ho messo 5 anni ma non senza postumi…ora se ci metto 1:55 sono un uomo felice), tempo dai 2 ai 6 anni ognuno ha rischiato di chiudere la carriera per infortuni;
da dopo il covid tutti i tempi si sono alzati di molto e si corre molto di più per il piacere di stare insieme (esperienza di presidente di squadra).
pensate che dei miei 10 runners che come diceva Erika si alzano all’alba, soltanto 2 partecipano alle gare…
Credo che oggi per molti il “gioco” dei social faccia si che si basi tutto sul “sorprendere” ed apparire senza una benché minima logica sportiva.
Inizialmente erano i tempi, poi la Z2, andando avanti saranno le distanze estreme (non correndo ma camminando per lo piu) con formule di gara spesso demenziali.
Il tutto farà si di allontanarci sempre di più, frastagliando e privilegiando solo l’individualità.
È un'analisi corretta. Sempre più gente corre (ed è quello che veramente conta) ma, a differenza del "primo e secondo boom del running", dove chi si approcciava alla corsa aveva anche delle ambizioni cronometriche, partecipava alle gare, dalla pista alla strada poco importava, ora no. Il nuovo runner corre perché sa che il fitness è salutare, (ma è anche e soprattutto molto figo postare la foto con l'outfit perfetto) e della prestazione gli interessa solo fino a pagina 2. Quindi, sempre piu runners anche relativamente giovani, ma che ahimè, parere mio, mancano di un pochino, non dico tanta, cazzimma...
La pademia ha cambiato molte abitudini. Molti sono usciti più per prendere una boccata d'aria e muoversi all'esterno delle 4 mura e si sono accorti del piacere di farlo.
PS considero i social mezzi stupidi per farsi ispirare. Sono pochissimi quelli che la vivono e si vede dai loro racconti non sempre fighissimi, non sempre al 110%
Grazie mille, io penso che se non vogliamo che fosse solo passeggera dobbiamo impegnarci di più anche noi a trasmettere quello che è la corsa intesa come stile di vita 😉.
Io penso che la corsa diventi, per chi la pratica, una sorta di dipendenza: soprattutto in queste giornate di caldo eccezionalmente torrido, farsi quasi violenza la mattina presto per poter riuscire a fare corse a temperature ordinarie, significa superare una difficoltà mattiniera che consente poi, dopo i primi metri di sofferenza, di avere un benessere che dura tutta la giornata
forse inconsapevolmente questa terza ondata è quella più vera di tutte le altre, vista dal punto di vista di benessere fisico e quindi penso più duratura, perché quando si cercavano i best time(per fare 21k sotto 1:40 ci ho messo 5 anni ma non senza postumi…ora se ci metto 1:55 sono un uomo felice), tempo dai 2 ai 6 anni ognuno ha rischiato di chiudere la carriera per infortuni;
da dopo il covid tutti i tempi si sono alzati di molto e si corre molto di più per il piacere di stare insieme (esperienza di presidente di squadra).
pensate che dei miei 10 runners che come diceva Erika si alzano all’alba, soltanto 2 partecipano alle gare…
Credo che oggi per molti il “gioco” dei social faccia si che si basi tutto sul “sorprendere” ed apparire senza una benché minima logica sportiva.
Inizialmente erano i tempi, poi la Z2, andando avanti saranno le distanze estreme (non correndo ma camminando per lo piu) con formule di gara spesso demenziali.
Il tutto farà si di allontanarci sempre di più, frastagliando e privilegiando solo l’individualità.
tutto bello e tutto giusto fino al terzo boom.
la pandeiminchia non c'entra nulla col running.
È un'analisi corretta. Sempre più gente corre (ed è quello che veramente conta) ma, a differenza del "primo e secondo boom del running", dove chi si approcciava alla corsa aveva anche delle ambizioni cronometriche, partecipava alle gare, dalla pista alla strada poco importava, ora no. Il nuovo runner corre perché sa che il fitness è salutare, (ma è anche e soprattutto molto figo postare la foto con l'outfit perfetto) e della prestazione gli interessa solo fino a pagina 2. Quindi, sempre piu runners anche relativamente giovani, ma che ahimè, parere mio, mancano di un pochino, non dico tanta, cazzimma...
Non credo sia oasseggera, vedo sempre più persone si avvicinano alla corsa.